Buona Pasqua ai nostri lettori. La Napoli dinamica oggi ha appuntamento alle ore 17.00 in via Belvedere, alle spalle di via Cilea al Vomero. L’escursione sarà rapida e porterà dall’alto al mare in 20 minuti lungo la via che discende a Chiaia come si diceva una volta. Il percorso è all’insegna del ricordo delle Quattro Giornate di Napoli, infatti, inizia e termina nel segno della celebre rivolta.
Lungo via Belvedere, sulla destra, è da qui che si parte, nel ricordo degli eroi del 1943 che si ribellarono all’oppressione nazista. Si percorre via Belvedere nel senso di marcia delle auto e si giunge all’inizio di Calata San Francesco, l’antica Imbrecciata, cioè gradinata, caratterizzata da antiche masserie trasformate in palazzi residenziali.
Si tratta di una discesa ripida che anticamente rappresentava il principale collegamento tra il Vomero e Mergellina/Posillipo, in quanto non esisteva Corso Vittorio Emanuele. Il tempo, in questi giorni, non è dei migliori, ma la passeggiata pomeridiana è gradevole con una temperatura mite e un leggero venticello.
Dopo l’intersezione con via Aniello Falcone, iniziano le scale, particolare da non trascurare, e il mare sembra lontano, ma sarà facile raggiungerlo in pochi minuti. Proprio qui, da dove sono state scattate queste foto, si trova un’antica targa sbiadita che indica la strada e che non è stata sostituita dalla nuova, bensì affiancata dalla stessa. Ecco, anticamente questo era il confine tra la Sezione Avvocata e il Villaggio Vomero.
La discesa continua rapidamente e si arriva all’Arco Mirelli, apprezzando come i colori si ripetano sistematicamente.
L’arrivo in Piazza della Repubblica è facilitato dalla pendenza e qui troviamo il monumento agli scugnizzi di Napoli che lottarono contro i nazisti. Il monumento si divide in quattro parti, nelle quali si possono individuare scugnizzi ammassati, massacrati dallo scontro, armi, ma anche piccoli eroi che guardano al futuro. Un capolavoro.
Siamo arrivati alla fine del percorso, il vento è sostenuto, l’odore del mare più intenso, lasciamo spazio al video da vedere e rivedere con il volume alzato.
Risalendo per l’Arco Mirelli, ci fermiamo all’incrocio che, da una parte, guarda verso il Mario Pagano, l’Istituto Tecnico Commerciale che ha formato i migliori ragioneri della tradizione partenopea e, dall’altro, ci avviciniamo alle scale dove Massimo Troisi girò con Arena alcune famose scene sotto la pioggia in “Scusate il ritardo”.
Fabrizio, Alessandro e Jacopo si dividono e fanno rientro a casa.
Buona Pasqua dalla Redazione!
L’articolo, da leggere tutto di un fiato, con la sola interruzione data dalle immagini e dai suoni del video, riporta alla memoria una realtà a cui già ho accennato in un mio precedente intervento: Napoli e la sua ricchezza storica ben evidente e nascosta.
Tra le bellezze partenopee spicca la verticalità del territorio; Napoli è verticale, posta in altura con strapiombi a mare (così, ad es., lo è anche tutta la costiera amalfitana!). Napoli, per questa sua proiezione al cielo azzurro ha le funicolari che ricongiungono le zone confinanti con il mare (es. Mergellina) con le parti alte (es. Via Orazio o il Vomero). Ma, prima delle funicolari, vi erano queste strade in salita o in discesa: luoghi di incontro e percorsi di pensieri ed idee, ove la storia di Napoli ha definito i suoi contorni, dove, se si cammina a passo felpato, si possono udire ancora le voci del passato, anche quelle sussurrate, che ritornato dalle mura e dalle strade e che, forse, si uniscono “dispettosamente” tutte insieme nel soffio sostenuto del vento che bacia le onde infrante sulle scogliere.
Congratulazioni alla redazione ed Auguri di serena Pasqua a tutti.
DS
LP