La Redazione si divide tra i molteplici impegni della giornata. Vincenzo va al Maradona, dopo la colazione, per la sfida all’Atalanta. Michele è il nostro inviato, nel tardo pomeriggio, al PalaBarbuto dove arriva la Reyer Venezia e, infine, Fabrizio, Alessandro e Jacopo illustrano il percorso da compiere dalla Napoli dinamica nel santo giorno della Pasqua.
La partita del Maradona è già scritta nella formazione. Calzona impiega Raspadori, laterale sinistro, al posto di Kvara. Ma come si fa? E’ una stagione intera che scriviamo che Raspadori è una valida punta centrale, può servire come punta aggiunta in un finale disperato ma non è un attaccante laterale. Lo avevamo visto soffrire nelle prime interne quando Garcia lo impiegò in questo modo, poi l’errore è stato ripetuto da Mazzarri e adesso Calzona. Spalletti, in nazionale, infatti lo schiera punta centrale. Oggi, non lo vediamo mai largo a sinistra. Non lo vediamo mai coprire, infatti, non ha la gamba per fare la fascia. Ma non vogliamo ripetere sempre gli stessi concetti, tanto la guida tecnica del Napoli, qualunque sia l’allenatore insiste diabolicamente nello stesso strafalcione. Traoré ha uno spunto interessante per pareggiare la prima segnatura atalantina, ma arriva stanco al tiro e con Raspadori resta negli spogliatoi nell’intervallo. Il primo gol subito è il classico gollonzo da Gialappa’s band. Se non lo avesse segnato l’Atalanta, ci avremmo pensato noi, perché ci dimostriamo mollicci e senza presenza mentale come nel caso del secondo gol quando Juan Jesus si ferma completamente dopo aver perso il possesso.
Insomma, un disastro. Il pubblico abbandona lo stadio e spera che anche chi ha creato tanto squallore cambi in fretta strada e mestiere.
Al PalaBarbuto altro sold out, altro tonfo. Stavolta tocca ai ragazzi di Milicic. Partenza forte, poi strappo veneziano, ancora reazione veemente di Napoli e nuovo allungo dei lagunari. Nel terzo quarto, gli arbitri sanzionano tutto, anche le mosche che sono entrate nel palazzetto. Tra un tecnico e un antisportivo ne fa le spese Owens che viene espulso e la gara finisce lì. Senza un pivot titolare, senza un pivot di riserva da schierare, non si può giocare a basket neanche in serie B. Pullen ed Ennis ci provano comunque con molta generosità ma Venezia resiste agli ultimi assalti di Napoli e strappa due punti che condannano Napoli alla quarta sconfitta di fila e a mettere due piedi fuori dalla zona play off. Sembra la maledizione delle squadre che a sorpresa vincono la Coppa Italia, così successe lo scorso anno a Brescia, così sta succedendo quest’anno alla Gevi. Considerando l’inevitabile squalifica di Owens, la qualificazione ai play off diventa un’impresa per una squadra che più, di una volta, ha fatto paura a tutta l’Italia del basket. Era così difficile avere un pivot per le emergenze? Domanda alla quale non abbiamo risposte e che finirà per restare un amaro cruccio.
Un sabato nero. Preferiamo passare la linea ai tre impegnati nell’itinerario pasquale nel segno della memoria delle Quattro giornate di Napoli. Buona Pasqua dalla Redazione.