Inizia il girone di ritorno. La Gevi è settima a pari punti con altre tre e può quindi essere considerata quarta dietro soltanto a Brescia, Venezia e Bologna. Il PalaBarbato è gremito, un trionfo di colori e di calore. Lo striscione della curva è esplicito. Il pubblico ringrazia per la qualificazione alle finali di Coppa Italia di Torino e sogna di riscrivere la storia. L’attenzione va allora alla squadra che detiene la Coppa, nostra avversaria nei quarti, la Germani Brescia. A Brescia iniziano la gara con un po’ di anticipo rispetto al PalaBarbuto e le voci che arrivano via via dalle radioline parlano di una capolista in salute che, dopo un avvio difficile, nel terzo quarto risolve in buona sostanza la pratica Treviso. Ci vorrà, inutile dirlo, la migliore Gevi tra un mese a Torino per impensierire Brescia. Ma torniamo al Palazzetto di Fuorigrotta.
De Nicolao parte nel quintetto iniziale. Ennis è in panchina. Milicic fa ruotare i suoi tranne Brown che viene impiegato maggiormente. Brown inizia col bombardare dalla distanza ma riteniamo che Milicic conti molto sul suo apporto in difesa. Sembra questo il fattore che ha cambiato l’inerzia della stagione azzurra. Il primo quarto è equilibrato. Pesaro tiene, ha anche piccoli vantaggi. I marchigiani soffrono, però, la pressione del PalaBarbuto che aumenta a dismisura quando Totè contesta a De Nicolao un colpo sulla bocca e quando Sokołowski a terra viene colpito da un avversario che incredibilmente non lo vede. Napoli preme il piede sull’acceleratore, Milicic schiera contemporaneamente Zubcic, Pullen ed Ennis e per Pesaro è l’inizio della fine.
All’intervallo lungo sono 14 i punti di differenza. Nel terzo quarto è show della Gevi. Il PalaBarbuto è una bolgia festosa. L’assist dietro la schiena di Jacob Pullen fa il giro del web. Napoli non può trovare in Pesaro un ostacolo. Lever offre punti e rimbalzi. Pullen sale in cattedra. Zubcic è mostruoso. Ennis imita Pullen tirando alzandosi dal divano di casa sua. il coach di Pesaro non può nulla. Napoli dilaga e travolge gli avversari staccati di diciotto punti, ma dopo essere stati sotto anche di trenta. Il PalaBarbuto sembra un lunapark dove si canta e si balla. C’è spazio per tutto il roster, anche per i giovanissimi di Napoli, come Saccoccia, play promettente. C’è tempo per guardare il calendario, arrivano due trasferte: Brindisi e Bologna.