Termina l’anno solare del terzo scudetto del Napoli ma il secondo presidente della storia ad averlo vinto conclude l’anno sommerso di critiche.
Sembra un paradosso, ma la gestione del post tricolore è stata fallimentare portando il Napoli fuori dalla lotta scudetto, fuori dalla lotta Champions, fuori dalla Coppa Italia e a un ottavo impervio di Champions contro il Barcellona.
Non ha funzionato nulla dopo la festa di maggio al Maradona.
Cessioni chiave a iniziare da Lozano e a finire con Kim. Campagna acquisti e scelta dell’allenatore che hanno indebolito la struttura armoniosa costruita con fatica da Spalletti. Non un solo acquisto ha inciso in positivo sul rendimento del Napoli. Non Cajuste, non Lindstrom, non Natan ma neanche i rincalzi di Spalletti come Jesus e Ostigard sono serviti a dare slancio alla squadra.
Garcia ha avuto grandi problemi che lo hanno portato all’esonero. Mazzarri ne sta avendo, se era possibile, ancora di più. La condanna dell’opinione pubblica si abbatte sui calciatori più attesi e pagati ma è la squadra a non girare e a essere mentalmente bloccata. Che senso ha, sentir dire che gli altri hanno imparato il modo di giocare dei nostri campioni? E’ la costruzione del gioco che invece è impacciata, senza velocità, senza imprevedibilità. Impossibile partire dal basso senza un portiere e un centrale con i piedi buoni. Impossibile costruire in mezzo al campo senza un elemento di costruzione vicino a Lobotka. Così, i più attesi non sono mai isolati e non può essere colpa loro. Zielinsky arretrato da Garcia e Mazzarri ha fornito giocate esteticamente apprezzabili ma minori geometrie, precisione e continuità. E’ l’impostazione del gioco che manca. Ed era lì in mezzo al campo che la società doveva capire che non poteva affidarsi ad Anguissa arretrato rispetto al recupera-palloni alto che voleva Spalletti. Non perdiamo tempo ad invocare Osimhen e Kvara. Manca la costruzione, manca l’idea di gioco in mezzo al campo che Kim, Rui e Di Lorenzo assicuravano con Lobotka, in un meccanismo di gioco che imponeva il pressing altissimo e il recupero veloce del possesso. Adesso i bookmakers puntano anche sulla probabile esclusione da tutte le coppe del Napoli. Proprio quello che è stato il vanto del presidente. La striscia ininterrotta di qualificazioni europee. Sembra un ritorno al principio, cioè all’inizio della fine di un’era.