La storia
Ci rivolgiamo ai più giovani anche se forse ne sanno più di noi.
Il Santiago Bernabeu è uno stadio leggendario. Il suo nome porta per mano i pensieri ai sogni più belli di un bimbo, calcisticamente parlando.
L’Italia vi ha vinto il mondiale dell’82, quando l’arbitro, alzando il pallone al cielo, fischiò la fine mentre Nando Martellini esclamava per tre volte di seguito “Campioni del mondo”.
Il Bernabeu è lo stadio del Madrid, della parte forte di Madrid. È lo stadio dei fazzoletti bianchi quando il pubblico protesta. Campioni mostruosi hanno militato in questa squadra. Il messicano Hugo Sanchez, Emilio Butragueno, Chendo, Gordillo, Michel e poi, nel tempo Roberto Carlos, Raul, Zidane. Chi più ne ha, più ne metta.
Il mito
Negli anni Ottanta le coppe erano per l’intera competizione a eliminazione diretta e il Real spesso perdeva l’andata fuori casa, ma al ritorno erano dolori per gli avversari. C’era anche Valdano, l’argentino in nazionale alla sinistra di Diego, poi Sanchis, Buyo. Al Napoli, per la prima volta campione d’Italia, toccò subito il Real Madrid. Esordio di fuoco in Coppa Campioni. Fu 2 a 0 per il Real a porte chiuse a Madrid. A Napoli, era il settembre dell’87, il San Paolo era stracolmo. Careca era appena arrivato, il Napoli quell’anno giocò un calcio spettacolare, buttando alle ortiche il campionato nelle ultime gare a favore del Milan di Sacchi e degli olandesi. Segnò Francini su risposta corta del portiere. Il primo tempo fu bellissimo fino al pari di Butragueno che spense i sogni dei napoletani. Ma il Real fu messo sotto in quei 45 minuti. Per anni, quando il Napoli giocava bene, si diceva “m parev il primo tempo col Real”. Recente la duplice sconfitta del Napoli di Sarri e quella di Garcia al Maradona un mese fa. Ora tocca a Mazzarri tentare l’impossibile.