L’attesa
Eduardo è Napoli. C’è il sold out ai giardini romantici di Palazzo Reale. La fila alle 21.00 va dall’ingresso dei giardini di fronte alla Galleria, passa per il San Carlo e arriva fino a Piazza Plebiscito. Il concerto può, così, iniziare soltanto alle 21.30. Tutto pronto! Ci sono Enzo Pietropaoli al contrabbasso, Marcello Di Leonardo alla batteria, Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Daniele Scannapieco al sassofono e Susanna Krasznai al violoncello.
L’inizio
Poche note e le prime parole sono “il racconto della sera…“, il pubblico si libera in un lungo sospiro con il cuore libero di volare. L’odore del mare arriva anche tra gli spettatori dove la Redazione è al gran completo. “C’è il sole nei giardini di parole e nelle facce della gente. La mia terra è una foglia di the e la mia casa è il mio cuore che batte per te. Dove devo cercare, per quali notti, quali vicoli nel fondo di quale mare?” Sono parole di brani arcinoti di Eduardo ma ascoltarle dal vivo non ha prezzo e anche i gabbiani vengono attratti dalla melodia iniziando a girare dolcemente nel cielo sopra il palco.
L’apoteosi
Il pubblico è in brodo di giuggiole. Sarà così, poi, Naviganti, quindi Non tardare e ancora La vita è un’altra. Eduardo non conosce pause e continua con Il treno, Quando l’amore se ne va, Amico che voli, E la musica va. Sono trascorse le 23 ormai e la temperatura cala, soffia un leggero vento di terra ma il pubblico non avverte nulla di tutto ciò. E’ rapito dalla magia della voce del maestro. In lontananza c’è anche chi si gode il concerto affacciato ai balconi degli studi e degli uffici.
Disse una volta Il trombettista Enrico Rava: “Il mondo di Eduardo è come un giardino incantato, dove i fiori del blues si fondono con gli umori di Napoli dando vita a un canto poetico emozionante e irresistibile “.
Il finale
Sono più di cento i capolavori di Eduardo che quindi non può regalarli tutti alla platea. Eduardo è consapevole di essere già entrato nella vita di tutti i presenti almeno con una canzone e allora decide di proporne di più ma con poche strofe, in modo da permettere a ciascuno di riascoltare la “propria” canzone e di ritrovare, nel senso pieno della parola, Eduardo a distanza di tempo.
Ancora, Al piano bar di Susy, L’Infinità, Da Lontano, Camminando, Io ce credo, Sapessi com’è, Dove c’è il mare, La vita è questa vita.
Signori lettori ma di cosa stiamo parlando? Si tratta della massima espressione artistica di Napoli o non è così? Illuminateci se la pensate diversamente. Eduardo è Napoli. Chiude con Cosa c’è di vero e il pubblico canta “C’è di vero che non è vero niente – non è intorno a me ma nella mia mente questa gente che cammina, questa luce di caffè” e infine Eduardo ci saluta con Le mani.
Il pubblico sfolla cantando e con la voglia di riascoltarlo prima di dormire, domani mattina e appena possibile. Se non avete mai visitato il suo sito, ah allora non sapete cosa vi state perdendo: https://www.eduardodecrescenzo.it Vi troverete anche i prossimi concerti….
Fantastico!