Il popolo del Maradona
Quando arriviamo al Maradona, hanno da poco aperto i cancelli. Il tempo che oggi trascorriamo al Maradona, quindi, è stimato intorno alle quattro ore, quattro ore e mezza. Si respira un’aria calda per gennaio e l’atmosfera si surriscalda sempre più quando le gradinate si vanno riempiendo.
Arrivano molti scozzesi in onore di Scott McTominay, ci sono molti juventini nel settore ospiti, ma anche in mezzo a noi, pronti a rimanere di sale quando il Maradona esploderà. Ci sono i ragazzi delle scuole ai quali la società ha riservato posti nell’anello inferiore. Le curve si organizzano con striscioni, bandiere e tamburi. Per molti è il primo Napoli Juventus che tanti significati ha per tutti e anche per noi https://www.nelsegnodelterzo.com/2024/03/02/la-juventus-per-noi-nati-negli-anni-70/
L’assenza di Oliveira
L’onda azzurra entra in campo. Non ci sono Buongiorno, ovviamente il 77 e, da ultimo, anche Oliveira. No problem. Giocano Jesus, ovviamente Neres e Spinazzola. L’onda è uniforme, compatta, non ha soluzioni di continuità. E’ come un manto che non ha smagliature. Quando vediamo Rrahamni svirgolare a campanile un rinvio (notizia della giornata) è lì pronto Jesus a rimediare con decisione. Come l’onda del mare, non ci sono punti o zone in cui l’acqua non ci sia e così in mezzo al campo non ci sono zolle in cui gli azzurri siano assenti.
L’onda quieta
Nel primo tempo l’onda azzurra è ancor più densa del solito ed è molto quieta. Pochi sussulti, un ondeggiare che fa appisolare l’arbitro che dimentica il fischietto in tasca e non interviene su molti falli dei bianconeri che ne traggono benefici con un gioco aggressivo e non consentito. L’onda a quel punto inizia a smuoversi e nell’intervallo il capopopolo decide di stenderla per avvolgere gli avversari. Lobotka arretra in impostazione tra Jesus e Rrahmani che si allargano spaventosamente lungo le linee laterali al posto di Spinazzola e di Di Lorenzo che vengono spinti a fluttuare in avanti a tagliare il campo. Lobotka si ritrova spesso ad avere palla da solo in difesa, in un campo vuoto, pressato, tanto non la perde mai.
L’onda che travolge
Così l’onda cambia aspetto, si fa minacciosa. A offrire sponda a Lobotka ci pensano Politano e Neres ma anche lo scozzese mentre Anguissa è al fianco di Lukaku. Di Lorenzo e Spinazzola volano via. Qualcosa di spettacolare a guardarlo dall’alto. Un’onda che si allarga creando un vortice al centro dove la Juventus finisce inghiottita. Anguissa e Lukaku a segno ed é apoteosi collettiva.
Il capopopolo
Il capopopolo Conte ha compiuto l’ennesimo capolavoro. A prescindere dallo stratagemma tattico con il quale, nel secondo tempo, l’impostazione dal basso era a tre con Lobotka in mezzo a due centrali che in pratica erano sulle linee laterali e il resto della squadra a offendere, abbiamo visto una compagine compatta, senza smanie, senza errori dovuti alla fretta di recuperare lo svantaggio. L’impressione proprio di un’onda, l’onda azzurra che, montando lentamente, ha finito per travolgere e spazzare via i malcapitati bianconeri.
Grazie per queste perle di saggezza sportiva
Un’altra partita al cardiopalma combattuta fino all’ultimo secondo. Rimane una gioia immensa e l’orgoglio di tifare per una squadra straordinaria che non demorde e va fino in fondo. Forza Napoli, siamo con te!