L’orario impossibile
Napoli – Como si gioca alle 18.30 di un giorno feriale. E’ un orario impossibile, disgraziato che taglia fuori migliaia di appassionati che non possono anticipare il rientro a casa. Un orario irriguardoso per una squadra che guida il campionato e per l’enorme seguito che ha ovunque. Al Maradona, la Redazione invia Vincenzo e Michele che riferiscono in modo puntuale quanto accade.
Il Maradona ricorda Luciano
In memoria di Luciano, la Curva srotola lunghi striscioni che ricordano il tifoso scomparso di recente, intanto gli undici scelti da Conte si riscaldano. Confermato il 4 3 3 con gli stessi interpreti dell’ultima volta. Conte è consapevole di affrontare una matricola terribile, guidata con sapienza dallo spagnolo Fabregas.
Il primo tempo
Pronti via, il Napoli è in vantaggio. Ancora una volta Di Lorenzo irrompe in mezzo al campo e serve Lukaku che questa volta trova Scott McTominay pronto a controllare e a chiudere in diagonale l’1 a 0. Il movimento dello scozzese è bruciante e il diagonale tracciato è preciso e forte. Restano così a terra due strisce di fuoco che spelacchiano il manto erboso, una per il passaggio, l’altra per il tiro. Nel corso del primo tempo il Como cresce, fa possesso palla e mette in difficoltà gli azzurri. Conte se ne accorge, pensa a un cambio modulo in avvio di ripresa ma il Como, in chiusura del primo tempo, trova il pareggio da fuori area.
La ripresa
Il Napoli torna in campo senza cambiare modulo e riparte all’attacco. Lobotka è sontuoso, rompe il gioco del Como e disegna le trame offensive del Napoli. Il Napoli, però, procede a sprazzi fin quando il ritrovato Oliveira ruba palla ai venti metri, scambia con il belga, entra in area e manda Lukaku dal dischetto a siglare il nuovo vantaggio. Il Como è lì però. E’ insidioso. L’arbitro sorvola su un fallo da rigore limpido, solare con il quale il terzino spinge a terra Kvara diretto verso il portiere. Allora Conte perde la pazienza e decide di farla finita. Ha in panchina il pifferaio https://www.nelsegnodelterzo.com/2024/09/26/il-pifferaio/. Lo chiama, lo fa scaldare e lo fa entrare a undici minuti dalla fine.
La prima zufolata
Conte stavolta schiera il brasiliano a sinistra al posto di 77. Non è un problema per lui. Ha solo pochi minuti a disposizione ma incide e come se incide e lascia due strisce di fuoco a terra che i giardinieri del Maradona non riusciranno a spegnere nel dopo partita. Lobotka toglie il fiato ai lombardi, Lukaku vede il pifferaio chiamare il pallone sul filo del fuorigioco e tra due avversari. Il passaggio del belga è bruciante e lascia un altro segno sul campo maltrattato. Il pifferaio dà una prima zufolata al piffero e brucia il portiere con un diagonale perentorio, non precisissimo, ma fulmineo che impedisce la giusta reazione all’estremo difensore. Le strisce di fuoco, però, non sono finite.
La seconda zufolata
Poco dopo, però, il Maradona viene giù, quasi a voler spegnere il fuoco che il brasiliano traccia lungo tutto il campo. Dalla propria area salta l’uomo in controllo di testa e vola via. Si fa tutto il campo con un’altra zufolata al piffero, guadagna un metro, poi due metri, poi tre e si porta dietro i difensori come il pifferaio di Hamelin si portava dietro i topi incantanti dalla musica. Il gol non conclude quest’azione ma il Maradona è percorso da una scarica di adrenalina che fa partire di nuovo, dopo pochi giorni, il canto “sarò con te e tu non devi mollare”. Ora la sosta per rifiatare.
Articolo interessante
Un primo tempo strano: poca aggressività errore nei passaggi posizione in campo incomprensibili poi dopo le urla e i rimbrotti di Conte nello spogliatoio un altro Napoli!! Perché??? Comunque godiamo per la posizione in classifica in attesa di Novembre dove effettivamente capiremo “ si arrivammo a 4”