La luce in fondo al tunnel
Gira di tutto in rete. A Napoli è scoppiata la Conte mania. Antonio Conte è ovunque! Nei bar, nelle scuole, nelle strade, sui giornali, nei circoli, nelle palestre. Ma perché proprio lui. C’è un video sul web in cui si ascolta la voce di Conte. Ci accomunerebbero l’ambizione, il coraggio, la determinazione e la fame.
D’accordo, ma perché proprio lui.
Perché il Napoli ha studiato. Ha dovuto investire tanto per rilanciare un ambiente depresso. La città, con i fasti del terzo scudetto nella memoria a breve termine, ha sofferto la stagione del decimo posto con una vergogna moltiplicata rispetto al caso in cui l’avesse vissuta dopo un qualsiasi altro campionato non vincente.
L’analisi
Quel tricolore, che aveva coperto la città arrivando dalle acque del Golfo e ricoprendo man mano, vicolo dopo vicolo, tutta Partenope fino a raggiungere i Camaldoli e San Martino, è andato via in un autunno avvilente che ha portato alla mente i patimenti della stagione dell’addio a Napoli di Diego.
Quel tricolore si è sbiadito, sfilacciato, poi è scivolato via di nuovo nelle acque del Golfo fino a sparire del tutto dietro le isole. Ecco, aver fatto provare tanto entusiasmo è stato il fattore che ha prodotto ancor maggiore amarezza di fronte a un risultato così disastroso.
Il Napoli l’ha ben compreso. Non doveva trovare soltanto un grandissimo ma doveva assicurarsi un fenomeno mediatico ancor prima che in campo o in panchina.
Il parere
Attenzione, non si discute Conte, ma Conte è un mezzo. E’ lo strumento della società per poter restare a fare calcio in questa città. Altrimenti non sarebbe stato possibile. Un tecnico anche più bravo ma che non avesse scatenato tutto l’entusiasmo che ci sta circondando non avrebbe potuto fare al nostro caso.
Prima l’aspetto mentale, poi il resto. Il resto verrà a parere della Redazione ma la scelta di Conte ha ragioni che in primo luogo esulano dagli schemi di gioco e dal valore indiscutibile dell’allenatore.
Il buon Antonio dovrà ripartire dal basso https://www.nelsegnodelterzo.com/2024/05/19/si-riparte-dalla-serie-c/ ma di certo non sarà questa circostanza a scoraggiarlo.
Il pensiero è per tutti i ragazzi di oggi. Hanno respirato l’aria del trionfo sotto l’enorme tricolore che ha ricoperto Partenope, hanno vissuto l’anno della disgrazia dopo aver creduto in proclami inutili e adesso intuiscono in minima parte, seppur molto piccola, cosa doveva essere Napoli quando nel 1984 a Capodichino sbarcò il 10. Ecco, immaginate di moltiplicare per cento milioni cosa sta succedendo oggi! Ovviamente ci riferiamo all’attesa e all’accoglienza e non ad altro, ci mancherebbe!
Analisi molto interessante.