Il centro della cultura
Il primo maggio è al Centre Pompidou. La Redazione vola a Parigi dove da qualche giorno si è stabilito Fabrizio. Per motivi di lavoro, dovrà restare in Francia per quattro mesi e, quindi, è da qui che curerà i servizi per la Redazione. A Fabrizio è stata assegnata una piccola abitazione sugli Champs-Elysées e vi potrà soggiornare comodamente con la moglie francese, Vèronique.
Napoli dinamica fa dunque visita ai cugini francesi.
La destinazione è il Centre Pompidou, la fantastica struttura di vetro, acciaio e tubi multicolore progettata anche da Renzo Piano.
Il clima a Parigi è gradevole e, con un giubbino leggero, percorriamo un breve tratto dei Campi e prendiamo la Metro a George V. Qui le linee della Metro sono 16 e sono caratterizzate da un colore diverso. Sulla cartina è facile individuare le numerose stazioni di transito che consentono di passare da una linea all’altra. Siamo sulla linea 1, quella gialla, in direzione Chateau de Vincennes. Scendiamo alla fermata Hotel de Ville e qui lo scenario ci porta già alle imminenti Olimpiadi.
Il palazzo dell’Hotel de Ville è imponente e ospita nei suoi sontuosi ambienti incontri, mostre e ricevimenti di capi di Stato e di personalità di tutto il mondo. La facciata esterna ci ricorda che la Capitale si sta preparando con grande lena all’evento degli eventi: le Olimpiadi. Quattro passi in Rue de Renard, uno sguardo divertito alla Fontana di Stravinsky e raggiungiamo il Centre Pompidou.
Il primo maggio è al Centre Pompidou
Il primo maggio è al Centre Pompidou. Non ci sono dubbi! Sono tantissimi i visitatori. Ci sono più varchi. I piani sono otto (da -1 a 6). Accesso libero per chi non intende visitare il Museo e quindi le collezioni di arte moderna al quinto piano e le collezioni contemporanee al quarto. La scala mobile guarda la città ed è particolare. Le rampe sono esterne alla struttura e non sono situate una sopra l’altra ma in diagonale, lungo l’intera lunghezza dell’edificio che viene così percorso da un vertice basso fino ad uno alto.
Ci rechiamo in biblioteca per una riunione tecnica sul nefasto finale di campionato di Napoli e Gevi. Qui, ogni visitatore ha una postazione per usufruire di un computer che contiene il catalogo dei testi. Inoltre ci sono postazioni per collegare il proprio portatile alla rete. Anche in questo è la grandeur dei francesi.
Il biglietto di 15 euro per le collezioni può essere acquistato prima o anche al momento nell’enorme salone, sito all’ingresso, al livello della strada. Consigliamo di entrare prima delle 11 in quanto c’è tanto da vedere: da Picasso a Matisse, da Chagall a De Chirico, da Pollock a Warhol. Ce n’è per tutti i gusti.
I capolavori
Alessandro e Michele sono, rispettivamente, grandi appassionati di Kandinsky e Cezanne e quindi ci soffermiamo in particolare su due capolavori. On White II del 1923 di Vassily Kandisky e Pommes e oranges del 1899 di Paul Cezanne.
L’arte del padre fondatore dell’astrattismo non rappresenta la realtà fisica ma suscita emozioni e sentimenti. L’arte astratta può esprimere concetti non concreti, come la spiritualità o l’eternità.
Pommes e oranges è, invece, la più importante natura morta mai dipinta dall’artista della Provenza alla fine degli anni novanta del XIX secolo.
All’ultimo piano è sito un romantico ristorante di alta classe, in parte al coperto, in parte al chiuso.
La Redazione ha vissuto una giornata tra centinaia e centinaia di persone, assetate di incontri, di curiosità e di cultura. All’uscita, tornando in Rue de Renard la baguette è d’obbligo.
La Redazione rientra in Italia, lasciando Fabrizio a guidare la Napoli dinamica a Parigi.