Il momento topico
Sono trascorsi 44 minuti e 50 secondi di gioco quando Brown riporta ancora una volta il punteggio in parità. Mancano 10 secondi e il fulmine Moore si abbatte sulla difesa azzurra, squarciandola in due. Moore sfida proprio Brown sul lato sinistro dell’attacco, finge di puntare sull’esterno e piomba a destra e quindi nel cuore della difesa di Napoli. Non trova Owens attirato dal centro biancorosso fuori dall’arco secondo lo schema dettato con sapienza da coach Brienza. Ci sono, invece, i “piccoli” Pullen e Ennis preoccupati anche dello scarico sui diretti avversari. Il fulmine Moore va a velocità supersonica, brucia in modo repentino il cronometro e, con soltanto cinque secondi di possesso nella metà campo azzurra e con difesa schierata, va a bersaglio in sottomano allo scadere del supplementare. Pistoia è in delirio, Napoli cade in depressione. Il pubblico ha riempito con passione ogni sediolino del PalaBarbuto e alla fine abbandona con mestizia, mentre il gruppetto di tifosi toscani è scatenato.
Il finale amaro per Napoli fa il giro del web per la bellezza dell’attacco del fulmine pistoiese, ma veniamo alle considerazioni di carattere generale.
Napoli sembra avere nel proprio Dna, a causa dei problemi più volte ricordati, periodi bui e di scarico mentale. A dicembre avevamo dovuto far ricorso al mercato, adesso, dopo la vittoria in Coppa, Napoli si ritrova in affanno e sembra un ciclista in difficoltà nella discesa dopo uno strappo al gruppo, inflitto sulla terribile salita del Pordoi. Pistoia la raggiunge in classifica e, in virtù delle due vittorie nello scontro diretto, la supera e si candida per ottenere un miglior posto della Gevi a fine stagione.
L’editoriale
La Redazione aveva avvisato i lettori e i naviganti, anche provocando reazioni infastidite, ma l’esperienza guida i nostri commenti sempre obiettivi e ci sembrava lapalissiano che l’obiettivo fosse quello di entrare tra le prime otto per assicurarsi la post-season e non quello di ambire alle prime quattro piazze della griglia di partenza dei play-off. Niente. In molti non hanno voluto darci ascolto, dimostrandosi tifosi con le fette di prosciutto sugli occhi.
Bisogna distogliere l’attenzione dagli attimi finali dell’ultimo quarto con possesso di Pistoia annullato da Napoli e dalla conclusione già descritta del supplementare. Bisognava staccare l’Estra Pistoia prima quando Napoli ha avuto la possibilità di andarsene. Bisogna anche notare che al 15° minuto di ieri erano soltanto quattro i giocatori di Napoli ad aver segnato. Brown e Zubcic erano ancora a secco. Che senso ha, poi, la cieca insistenza del tiro dall’arco quando anche il ferro non è dalla nostra parte? Possiamo puntare ai play-off con Mabor che sostituisce Owens per pochissimo tempo senza fare punti e senza conquistare rimbalzi? Possiamo bucare la retina da sotto soltanto con i fantastici sottomano delle nostre guardie in penetrazione o con il cross per Owens che inchioda in volo, senza mai vedere un gioco a due tra play e pivot? Ora, conosciamo tutti le risposte e sono legate ai limiti di questa squadra che, però, occorre riconoscere per puntare a fare progressi, soprattutto sul prossimo mercato.
Dopo la sconfitta di Pistoia, raccontata in “la trappola pistoiese” pochi mesi fa, Napoli non ha affrontato il match con quella determinazione che abbiamo visto in Coppa, ha giocato come se fosse consapevole che le gare decisive devono ancora arrivare. Siamo convinti che, in quelle circostanze, vedremo un’altra Gevi che darà filo da torcere a tutti, ma arriviamoci a queste gare. Di questo passo ce le possiamo dimenticare. Le sconfitte con Tortona e Pistoia ci fanno risucchiare nel gruppetto che lotterà con il coltello tra i denti fino all’ultima gara. Tale lotta comporta agonismo, determinazione e applicazione.
Ora andiamo a Milano che ci mostrerà come si affronta una compagine che in stagione ti ha già battuto due volte.
Non facciamo voli di fantasia, restiamo uniti, squadra, tifosi e stampa e andiamoci a prendere i play-off, poi, tra due mesi, si tornerà sul mercato e punteremo a un centro come Mason Rocca che dia fiato al titolare, punti, rimbalzi e gioco a due col portatore di palla.