La testa è già a Barcellona. L’importanza della gara di martedì fa calare come un velo di anestetico che copre il Maradona. La novità tattica Traorè viene fatta accomodare in panchina. Osimhen è imbavagliato da Mezzogiorno. A tratti sembra che soltanto Kvara voglia la vittoria a ogni costo. Nel primo tempo fallisce un’occasione d’oro con un diagonale respinto dal portiere, poi cerca il gol di testa in tuffo. Nel secondo tempo il 77 finalizza uno schema del calzonismo e, con un triangolo lungo con Mario Rui, porta in vantaggio il Napoli. Sul finire ci prova, strappando applausi, con due tiri da fuori area, l’uno intercettato da Milinkovic Savic, l’altro che fa tremare il palo di sostegno. Il tempo scorre veloce e Juric ha preparato più che una gabbia, una serie di gabbie. Lobotka è accerchiato, Osimhen è stretto nella morsa dei tre terzini, Kvara si ritrova anche in mezzo a cinque granata. Juric prepara una trappola anche sul corner che porta al pareggio: i nostri sono chiusi nella gabbia dei granata e Sanabria si ritrova da solo in mezzo all’area a rovesciare nella porta di Meret. Sinora Calzona ha sempre subito gol e oggi poteva uscire dal campo senza prenderne ma è evidente che il gol del Torino è frutto di un’astuzia dei giocatori del Torino che attirano i nostri in una posizione che fa isolare Sanabria.
Archiviamo in fretta questa gara. Kvara è rigenerato, il Napoli ha un possesso più convinto, gli schemi sono affascinanti, ma Juric ha fatto capire come, realizzando più gabbie, si possa bloccare Calzona. Sono, in effetti, gli stessi problemi che incontravano Sarri e Spalletti quando palesavano difficoltà contro le squadre più chiuse e arcigne. Ed è proprio questo l’aspetto che fa ben sperare per il Barcellona che non si chiude in difesa ma comunque resta tecnicamente superiore. In Spagna non ritroveremo Orsato che, d’accordo, non ha sbagliato le decisioni più importanti della gara ma non è la prima volta che questa Redazione nota che, nel momento in cui il Napoli preme, attacca con insistenza, il signor Orsato, di certo per il suo modo di arbitrare, spezza il ritmo per andare a raccomandare i contendenti sulla correttezza da tenere in area di rigore in occasione dei calci da fermo.
Signor Orsato, invece, di ricordare ogni volta come bisogna comportarsi in area, faccia giocare. Se si dovessero verificare scorrettezze può sempre sanzionarle. Fermare il ritmo della squadra che offende, per chiarire ai giocatori che applica il regolamento, non è un bel servizio allo spettacolo e fornisce un grande vantaggio a chi difende. Certo, lo fa senza quest’ultimo fine, non per fare il protagonista, ma è la verità che soltanto chi vuol vedere, riesce a vedere.
Sempre acuto e puntuale complimenti all’autore 👏👏👏