L’intervista rilasciata dalla prof.ssa Daniela Oliviero, dirigente scolastico dell’Elena di Savoia-Diaz, rappresenta per noi una testimonianza forte che vogliamo custodire gelosamente.
Può individuare un aggettivo per definire la scuola che dirige?
“Tradizionale e innovativa”. Mi vengono in mente entrambi gli aggettivi che sembrano in contrasto, ma in
realtà non lo sono. Questo perché la scuola che dirigo è sicuramente “ tradizionale” perché si colloca nel centro storico della città ed è legata anche come struttura al passato. La scuola ha sede nel palazzo Carafa D’Andria, caratterizzato da una facciata in stile neoclassico, un androne con pilastri di piperno, un cortile a logge, ed è l’unico istituto alberghiero del centro storico.
Questa collocazione ci ha fruttato importanti collaborazioni con pizzerie, pasticcerie, locali storici della tradizione napoletana.
E’ anche una scuola “innovativa” perché, grazie ai fondi PNRR, alla formazione dei docenti, ai lavori di
ristrutturazione sarà restaurata la struttura e innovata prepotentemente dal punto di vista delle attrezzature, al fine di creare laboratori di cucina con funzionamento green, utilizzare i visori per approfondire le tecniche di preparazione e conoscenza degli alimenti, fare apprendere ai ragazzi l’utilizzo di software aggiornati per gestire un’attività enogastronomica e commerciale nel suo complesso.
Qual è l’aspetto che più la emoziona dell’indirizzo alberghiero?
Dirigendo questa scuola ho potuto comprendere come l’indirizzo alberghiero sia molto soddisfacente per gli allievi, soprattutto della nostra città e del nostro quartiere. Rifacendomi a quanto dicevo prima, la scuola sorge in un contesto che trova le sue radici nella tradizione della migliore cucina napoletana.
Come tutte le attività e le materie anche la cucina oggi si evolve sempre di più attraverso la commistione di generi, di etnie e sapori, così come il nostro quartiere che è caratterizzato dalla tradizione, ma anche dalla presenza di molti turisti, che ci portano ad aprirci all’esterno e da molti stranieri che popolano il centro storico, portando sapori e ingredienti, usanze, che la cucina tradizionale piano piano assorbe e metabolizza.
Da quanto detto si comprende bene come per un giovane che studia all’alberghiero non manchi la
possibilità di essere creativo e innovativo nel modo di approcciare la propria attività individuale e
imprenditoriale, affermandosi personalmente e professionalmente.
Cosa spinge un’insegnante a diventare dirigente scolastico?
Per quanto mi riguarda, mi ha spinto il desiderio di poter essere di aiuto a dare ai giovani un sentiero, un
indirizzo, un supporto per poter esprimersi e realizzarsi nella vita. La scuola deve orientare gli allievi, fornire loro spunti, avvicinarli al mondo del lavoro e soprattutto fornire loro le competenze e le soft skill necessarie per poter esprimere se stessi. La scuola deve valorizzare i talenti e aiutare gli stessi allievi a scoprire i propri, in un clima di accoglienza e inclusione. Per fare questo, il dirigente deve saper cogliere le opportunità progettuali, creare sinergie con il territorio e le istituzioni, coinvolgere le famiglie come elemento importante della comunità scolastica.
Può raccontarci un aneddoto della sua carriera da dirigente?
Avendo diretto scuole che si collocavano quasi sempre in ambienti difficili, mi sono rimasti impressi molti allievi che, pur essendo a rischio di perdersi, hanno trovato nella scuola un supporto alla loro formazione e nei docenti un riferimento forte, un esempio, riuscendo a riscattarsi da un destino che a molti sarebbe sembrato già segnato. Un’altra situazione che mi ha molto colpita ultimamente è la composizione variegata dei nostri allievi dei corsi serali di enogastronomia e amministrazione, finanza e marketing.
Attraverso il colloquio con vari di loro ho potuto notare che molti allievi sono già laureati in varie discipline, oppure non hanno potuto completare gli studi per motivi familiari, ma soprattutto alcuni di loro sono ultrasessantenni.
Parlando con questi ultimi, superato l’imbarazzo iniziale, ho appreso una grande lezione: non è mai troppo tardi per apprendere o coltivare una passione dalla quale la vita ci ha in precedenza allontanato.
La collega Daniela Oliviero ha centrato il bersaglio! L’indirizzo alberghiero unisce attitudini plurime: creatività, sperimentazione, conoscenze tecniche e tanto spirito imprenditoriale! Una dirigente dinamica che allontana i giovani dalla sterile teoria e concilia la dimensione pratica e teorica è da apprezzare! Certo non è una dirigenza semplice quella di un alberghiero, per questo gode di tutta la mia ammirazione! Ciao Daniela 🌹
L’esperienza di mia figlia in questo istituto ed in particolare per l’indirizzo sanitario è stato positivo.
La ragazza è subentrata al IV anno per motivi sportivi. I docenti l’hanno accolta come una famiglia ed i compagni di classe sono stati e sono tutt’ora un gruppo unito. Un punto di forza della vostra scuola sono le uscite organizzate in posti dove regna sempre la cultura. Mi dividono quasi 900 km di distanza però nel mio cuore so che avete formato una donna sicura di sé e soprattutto con un bagaglio di esperienza che custodirà gelosamente per tutta la vita. Grazie di tutto!