La grande attesa
Nelle ore che precedono la finale, Napoli consulta spesso l’orologio. Chi al mare, chi a pranzo in spiaggia, chi dai parenti. Tutti controllano l’orario. L’appuntamento con la storia è fissato alle ore 17.45. Non è una domenica come le altre, Napoli ritrova la finale dopo 18 anni, quando la Carpisa vinse in Romagna.
Alessandro, dopo il supplementare contro Reggio di ieri sera, ha deciso di rinviare a domani il rientro a Milano. Sono momenti da vivere a Napoli, uniti e la Redazione è unita a casa sua a Nisida. E’ record di ascolti per una partita del Napoli Basket.
La partita
L’andamento della gara è noto a tutti. Milano subito avanti, poi Messina poco ci capisce contro la difesa aggressiva di Milicic che in attacco, invece, preferisce le transizioni sotto canestro delle guardie ai tiri da lontano. Quindi, è Ennis che deve fare a pezzi la difesa milanese mentre Owens da sotto deve lottare contro colpi anche proibiti e muscoli più pronunciati dei suoi. E’ una tattica che produce i suoi frutti, Napoli conduce per tutta la gara, di poco ma conduce. Il vantaggio massimo è di 12 punti grazie a una tripla di Zubcic, ma Milano rientra subito e con un grande Melli è sempre lì a un paio di possessi da Napoli.
Gli azzurri con un grande Ennis sembrano far propria la gara ma Milano in 5 minuti segna solo dall’arco e sposta il punteggio con 4 bombe dal 59 a 66 al 71 a 70, realizzando un parziale di 12 a 4 nel finale che piegherebbe chiunque. Mancano 20 secondi. Napoli non ha un attacco fluido. Milano evita il fallo ma difende forte. Cosa si fa? Abbiamo comandato praticamente per tutta la finale e queste 4 triple milanesi sembrano condannarci alla sconfitta. E allora si va da lui. Lui non ha dato un grande contributo fino a questo momento ma è il momento di chiamarlo in causa. Si toglie la coperta dalle gambe perché a Torino fa freschetto, la piega e la sistema a fianco a lui, quindi si alza dal divano dell’albergo e CIOP! Corre per tutto il campo per esultare anche se mancano 13 secondi, guarda il pubblico e fa cenno che è stato lui, proprio lui, Jacob Pullen. Noi, no. Non esultiamo mancano 13 secondi e Milano ha palla in mano e solo due punti da recuperare. Milicic, però, ha ordinato di non commettere falli nel quarto e Napoli può far fallo senza mandare l’avversario in lunetta. Così la difesa è più maschia ed Ennis la recupera in modo rocambolesco. Milano va al fallo sistematico e Napoli con Sokolowski dalla lunetta va a più quattro. Il respiro si ferma, mancano tre secondi. Fallo di Napoli e Milano segna il primo e sbaglia di proposito il secondo per provare la tripla sulla sirena, catturando il rimbalzo. Questa l’idea di Messina, mentre i suoi pasticciano sbagliando il tiro da sbagliare. I campioni d’Italia vengono piegati. Napoli vince la Coppa Italia dopo 18 anni.
Il sapore del trionfo epico
Napoli trova in questi ragazzi l’ennesima prova di come il lavoro paghi. Ennis è stato quello più costante. Pullen, il più folle. Sokolowski il più roccioso. Owens, epico nel prendere colpi proibiti e rialzarsi, sempre. Brown ha fatto la differenza in difesa. Zubcic ha lottato nel momento difficile della sua stagione. De Nicolao ha dato energia e assist. Lever si è fatto trovare sempre pronto. Biar ha dato un grande contributo. E Milicic? Milicic è la mente e il cuore di questa squadra. E’ freddo nelle decisioni ma nello stesso tempo è un passionale. Vive il basket come una missione. Lo abbiamo visto prendere decisioni in un attimo, alcune volte portandosi le mani alle tempie. E’ deciso, sicuro, autorevole. Milicic è l’allenatore perfetto. Complimenti alla società per averlo scelto. Piovono congratulazioni da tutte le parti, da tutte le società sportive. Se si digita su google “GeVi Napoli” appaiono i fuochi d’artificio. Il trionfo è epico in quanto Owens ha lottato come un leone nonostante i colpi subiti, prima all’occhio, poi alla bocca e allo stomaco. Sokolowski aveva il braccio ferito durante la semifinale. Alcuni, nonostante, non siano più giovanissimi, sono stati in campo a lungo non avendo rincalzi all’altezza.
Insomma, soltanto dopo nove mesi dal terzo scudetto, Napoli festeggia di nuovo proprio nel segno del terzo tricolore.