Siamo sinceri. Quando abbiamo creato il sito nel segno del terzo scudetto del Napoli, abbiamo pensato ai movimenti partenopei scossi da quella vittoria così coinvolgente. Gli ambienti sportivi, culturali, sociali non potevano non essere proiettati verso una crescita, dopo tutta quella bellezza collettiva della scorsa primavera. Non abbiamo immaginato che, però, in così poco tempo arrivasse un traguardo così importante e prestigioso. La terza finale di Coppa Italia nella storia del basket Napoli.
Il basket è stato sempre uno sport minore rispetto al calcio e ancora oggi quando nei bar si parla delle imprese degli uomini di Milicic qualcuno fa una brutta faccia, come se contasse solo il calcio.
A Napoli è diverso però, attenzione. Come nel calcio, nella squadra di basket di Napoli hanno militato mostri sacri che hanno acceso la fantasia di tutti gli sportivi, non soltanto campani. Walter Berry, Mike Penberthy, Lynn Greer sono soltanto alcuni dei giocatori che hanno lasciato il segno.
La finale di oggi rappresenta qualcosa di impensabile fino a qualche mese fa. Nel basket comandano Bologna, Milano, Brescia, Venezia e Napoli si è salvata con affanno mentre il calcio festeggiava il terzo tricolore.
Milano è strafavorita. E’ in grande crescita, ha un roster molto ampio e non è la squadra che ha perso a Napoli all’inizio di questo campionato. Abbiamo ancora negli occhi l’espressione di Brown quando atterra dal volo finale e guarda il pubblico compiaciuto, ma dobbiamo pensare a Milano. Le energie di Napoli sono state messe a dura prova dalle prime due gare di Torino, mentre Milano ha passeggiato, dimostrando tutta la sua forza. Ma è una finale e vale la pena giocarsela.
Vogliamo, però, già ringraziare il presidente, il coach e i giocatori. Ci hanno fatto tornare più giovani, ci hanno portato con la mente a quella domenica fantastica contro Roma a Forlì. Era il 2006 e Piero Bucchi alzò la Coppa. Domani sarà un’altra storia ma Milicic in poche ore potrebbe inventarsi un’altra delle sue magie.
Ah, in ultimo. Ma quanto è incisivo il coach durante quei time-out? Applausi!