Finisce in gloria per il Napoli.
Come contro la Salernitana, i tifosi dimostrano pazienza e gradiscono il finale arrembante. Molti i ragazzi delle scuole a popolare i distinti inferiori. Nel complesso il Maradona offre un colpo d’occhio più che apprezzabile, segno di una fede incrollabile dei supporter azzurri.
Lo spavento è forte quando il Verona va in vantaggio con un gol di schiena ma il Napoli ha da recriminare per un mancato rigore nel primo tempo quando gli azzurri iniziano a tutto gas con il ritorno al 4 3 3. Il rigore è solare. Il terzino scaligero allontana il pallone in angolo ma solo quando leva la gamba con la quale ha steso Kvara. Il Var deve aver visto solo quest’ultima parte dell’azione. Peccato.
Il Verona nella ripresa cresce e il vantaggio matura poco alla volta. Mazzarri non sta a guardare. Dà spazio a Lindstrom, Mazzocchi e Ngonge che bagna il debutto al Maradona con il gol del pareggio.
Mazzocchi e Lindstrom in particolare sembrano decisivi. Scambiano, sfondano e tagliano la difesa veronese a fette, trovando sulla sinistra il contributo del 77.
Adesso il Napoli ha la grinta del suo allenatore e nel finale un pallone rubato arriva a Kvara. Il 77 è al limite dell’area. Il suo movimento per andare al tiro è fulmineo e la freccia che scocca prende il giro giusto, lontano, dove il portiere veneto non può arrivare.
Il georgiano porta il dito all’orecchio. Vuol sentire il boato del Maradona. Vuol sentire se i napoletani ancora ammatiscono per i suoi colpi. Vuol sentire l’entusiasmo che è mancato in questi mesi grigi.
La scena è sua. Va sotto la curva a esultare, compagni e tifosi si stringono a lui, in una nuova dimensione, più piccola ma sempre con note di immensa qualità che brillano come le stelle più luminose.