I cinque della Redazione sono tutti presenti al PalaBarbuto che è pieno fino all’inverosimile. Non si trova più un biglietto da dieci giorni.
I nostri posti sono accanto alla postazione delle telecamere per avere la migliore visuale.
C’è il sindaco di Napoli, c’è il figlio di Diego, c’è Petrucci, c’è il pubblico delle grandi occasioni. Piccolo particolare, manca solo la Gevi. Al pronti via, Brown infila la retina da tre, dopo di che Napoli è come se non ci fosse.
Il bombardamento dei bresciani è impetuoso e non è fermato né da Milicic che non chiama time out, né dai giocatori che preferiscono non rischiare di gravarsi di falli e non pressano a sufficienza.
La panchina corta contro queste grandi squadre ha un peso determinate. Non fai cambi e non puoi difendere forte per non condizionare la gara con falli a carico dei singoli. Quando Owens rifiata non viene sostituito da un pivot ma dalla coppia Lever, Zubcic che cerca di far valere il fisico di due “quattro” al posto di un “cinque” vero.
Il Palabarbuto spera per 35 minuti in un recupero miracoloso ma la partita al 5° è già finita. Brescia con i suoi campioni controlla la gara con un margine di vantaggio di circa 20 punti, in pratica costante.
Napoli sconta un Pullen opaco e uno Zubcic fuori forma da alcune gare.
Milicic è sconfortato e spesso allarga le braccia. Il rimprovero ai suoi, in occasione di un time out, è uno dei più severi che abbiamo ascoltato finora.
Quando Napoli potrebbe tornare sul meno 12 o 13 da Brescia, Milicic chiama con i due indici una difesa uno contro uno che poi richiede un raddoppio quando l’avversario che conduce il gioco dà le spalle a protezione della palla col corpo. Coach Magro è sapiente, riesce quasi sempre a eludure tale meccanismo ed esce tra gli applausi degli irriducibili bresciani arrivati fin qui con tamburi e un primato al momento non in discussione.
Magro, prima di lasciare il campo, ci riconosce e ci viene a salutare.
Tra dieci giorni le due compagini si ritrovano nei quarti di Coppa Italia a Torino, il pessimismo la fa da padrone tra i tifosi azzurri all’uscita dall’impianto di Fuorigrotta.