Così si diceva una volta. Quando più gare rispetto a oggi finivano con questo risultato ma andiamo per ordine.
Eccoli i tre centrali. Al loro fianco Rui e Di Lorenzo. Mazzarri ha ridisegnato il Napoli secondo il proprio credo calcistico. Il primo tempo richiede un ingente consumo di caffè al fine di mantenere svegli i componenti della Redazione che seguono il Napoli ed è difficile per loro non girare canale per guardare Virtus-Gevi. In effetti le due squadre si annullano e per un attimo pensiamo al Napoli di Sarri e non riusciamo a trovare nessuna similitudine con questa Lazio.
Nel secondo tempo, le squadre si affrontano con più coraggio e la gara risulta gradevole. Grandissime occasioni da gol non possono essere annoverate ma il gioco è veloce e le formazioni vogliono vincere. Quando esce Demme entra Gaetano e non cambia molto. La Lazio presenta giocatori che, dobbiamo ammetterlo, vediamo per la prima volta e figura come una formazione solida ma non irresistibile. Arriva il momento di Ngonge. L’attesa è notevole. Si tratta di un campione.
Nel primo scambio al limite dell’area di rigore, la Lazio deve fermarlo con le cattive e la punizione che calcia Zielinsky è molto pericolosa.
Entra anche Dendonker. Si inizia a vedere così il nuovo Napoli. Il 52 si piazza vicino a Lobotka e il suo fisico mostruoso risalta ancor di più.
La Lazio sul finale attacca con tutti gli uomini e il Napoli rivive l’incubo di Riad. Stavolta, però, siamo in 11 e le ostilità si chiudono sullo zero a zero.