Quando Kvara gira il pallone sul palo per farlo andare verso l’altro ma, fortunatamente, all’interno della rete, abbiamo tutti un sussulto. Aspettavamo quest’azione. Osimhen che palleggia in area facendo collassare su di lui tutta la difesa e che poi si gira come ai bei tempi, portando con sé il pallone e i difensori. Il centro preciso per Kvara che calcia a memoria sapendo dove sta il palo e come l’effetto paralizzi il portiere nel vedere poi la sfera correre lungo la linea. Poi i due si cercano, Kvara indica ripetutamente il pallone d’oro africano sottolineando i suoi meriti. Osimhen si tiene in piedi a stento per il trauma subito nel prendersi beffa di un’intera difesa, ma che vuole esultare con il compagno. Sì, ci avevamo pensato prima che non doveva arrivare un gol qualsiasi ma un gol di questo tipo.
E’ un momento. Un gol veloce. Il Napoli sembra quello di sempre. Poco brillante, con una ricerca faticosa della via del gol. Però quel gol è un lampo, una fiamma che ci riscalda in questo inverno freddo, molto freddo calcisticamente parlando. Certo il giorno dopo i soliti sapientoni diranno che una difesa forte non può consentire a Osimhen di palleggiare in area, di girarsi e di centrare per il compagno. Ma non conta. Osimhen fa una gran cosa e tale grandezza è evidenziata dal colpo che subisce. Neanche quello lo può fermare quando ruba il tempo e aziona le lunghe leve con quell’anticipo che gli altri non possono cogliere. Kvara ha voglia da parte sua. Troppe critiche ha subito. Vuole ripetersi già in Coppa Italia.