Il tricolore da scucire
Quando Massa manda le squadre negli spogliatoi, il tricolore conquistato dal Napoli viene definitivamente riposto. L’approdo di Mazzarri sulla panchina non provoca l’invocata inversione di rotta e la squadra cola a picco sotto i colpi di un’Inter forte e fortunata. Fortunata in quanto la traversa nega il gol a Politano, forte perché le individualità sono di tutto rispetto e sembrano fare squadra più che in passato. Il popolo azzurro insorge perché sul primo gol Martinez cintura Lobotka, Massa segue il pallone e non vede il fallo, dal limite dell’area i centrocampisti hanno vita facile nel fulminare Meret e il Var sorvola. Prima del raddoppio, Osimhen ruba il tempo ad Acerbi che gli rifila un calcio sulla gamba in area, Massa stavolta vede ma giudica di lieve entità il contatto, non concede il rigore e il Var tecnicamente non può intervenire.
L’operato dell’arbitro
D’accordo Massa non è in stato di grazia per essere gentili, piovono critiche sul suo conto, la stampa lo massacra, Mazzarri si astiene dal rilasciare interviste ma la Redazione deve analizzare con giudizio. La squadra ha gravi carenze. Natan è improvvisato a sinistra e non offre gioco a Kvara. Elmas sfiora il gol ma in mezzo non è paragonabile a Zielinski e ripete la prestazione interna contro il Milan. Lindstrom si rende pericoloso, ma dal lato di Kvara, e non è assolutamente l’alternativa a Politano. Cajuste contro il Real si fa aggirare come un birillo e perde la stima completa di Mazzarri che comprende che ha molto da insegnargli e da fargli insegnare dagli altri. Kvara è isolato senza il terzino a supporto. Meret ha perso la fiducia dell’ambiente. E Mazzarri? Mazzarri naviga a vista. Gli si chiedeva un miracolo. Non c’è riuscito. Il tricolore viene ammainato prematuramente e le colpe sono evidentemente in primis strutturali e, in secondo luogo, legate all’inspiegabile scelta dell’allenatore del dopo Spalletti.